
WTF?! Ho appena letto che OpenAI sta bruciando cash a un ritmo che farebbe impallidire anche Elon Musk durante un lancio fallito di una Falcon Heavy. L’Economist prevede che il 2026 sarà l’anno della resa dei conti, e onestamente, non sono sicuro di essere sorpreso.
In parole povere, OpenAI (quelli di ChatGPT, per chi vive sotto una roccia) sta spendendo montagne di soldi per addestrare modelli di AI sempre più potenti. E “addestrare” in questo caso significa affittare intere fattorie di GPU, consumare energia sufficiente a illuminare una piccola nazione e pagare un esercito di ingegneri. Il problema? Guadagnano meno di quanto spendono, e la previsione è che questa situazione possa durare ancora un bel po’.
Ora, da hacker, maker e gente che ama smontare le cose, questa notizia ci pone alcune domande interessanti. Innanzitutto, è una bolla? Forse. Il mondo è pieno di startup che promettono la luna e finiscono per esplodere come bolle di sapone. Ma c’è anche da dire che l’AI è una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria, e a volte ci vuole tempo (e un sacco di soldi) per farla funzionare.
Per noi che amiamo mettere le mani in pasta, la cosa più preoccupante è il vendor lock-in. OpenAI, come altre grandi aziende tech, sta costruendo un ecosistema chiuso. Se vuoi usare le loro API, devi accettare le loro condizioni (e i loro prezzi). Questo significa che i nostri progetti DIY, le nostre sperimentazioni open source, potrebbero diventare sempre più dipendenti da una singola azienda. E questo non è mai una buona cosa.
C’è anche la questione della privacy. Addestrare modelli di AI richiede enormi quantità di dati, e spesso questi dati vengono raccolti senza il consenso degli utenti. Speriamo che OpenAI (e le altre aziende del settore) prendano sul serio la protezione dei dati personali, ma onestamente, non ci conterei troppo.
Detto questo, non possiamo negare che l’AI sia una tecnologia affascinante. La possibilità di creare macchine che imparano, che ragionano, che generano contenuti creativi… è qualcosa di incredibile. E se OpenAI riuscirà a risolvere i suoi problemi finanziari, potrebbe davvero cambiare il mondo. Speriamo solo che lo faccia in modo responsabile e aperto, senza trasformare l’AI in un’altra arma nelle mani delle grandi corporation. In fondo, vogliamo continuare a smanettare con Arduino e Raspberry Pi, non diventare schiavi di un algoritmo.
Source: OpenAI's cash burn will be one of the big bubble questions of 2026
